Udienza giubilare di Papa Francesco: speriamo in cose che non abbiamo ancora visto

«Avete raggiunto la meta del vostro pellegrinaggio», ha detto Papa Leone ai pellegrini durante l'udienza giubilare di sabato, «ma ora, come i discepoli di Gesù, dobbiamo imparare a vivere in un mondo nuovo»

Il Santo Padre ha ricordato loro che «il Giubileo ci ha resi pellegrini della speranza proprio per questo motivo: ora tutto deve essere visto alla luce del Crocifisso. È in questa speranza che siamo salvati»

Allo stesso tempo, dobbiamo permettere a Gesù di «educare il nostro sguardo», affinché, nonostante i «molti contrasti e lo scontro di molti opposti» che sperimentiamo, possiamo imparare che «l'amore ha vinto»

«Speranza significa non sapere»

Usando l'esempio di Nicola Cusano, Papa Leone ha spiegato che la speranza rimane anche quando non conosciamo tutte le risposte. Ha spiegato che, nei tempi travagliati del XV secolo, Nicola non poteva vedere l'unità della Chiesa, né la prospettiva di pace in un'epoca in cui il cristianesimo era minacciato da forze esterne.

Ciononostante, ha detto il Papa, Nicola continuò a sperare, mantenendo la sua fede nell'umanità, comprendendo che «ci sono opposti che devono essere tenuti insieme, che Dio è un mistero in cui ciò che è in tensione trova unità»

Nicola, ha detto, «sapeva di non sapere, e così è giunto a comprendere la realtà in modo sempre più profondo»

«Che grande dono per la Chiesa!», ha esclamato il Papa. «Che invito al rinnovamento del cuore!»

Da Nicola, ha continuato, la Chiesa può imparare a fare spazio, a tenere insieme gli opposti, a sperare in ciò che non si vede ancora»

Un cammino di speranza

Papa Leone ha poi applicato queste lezioni alla Chiesa di oggi, che si trova ad affrontare tante domande, domande dei giovani, dei poveri, delle donne e di coloro che sono stati messi a tacere o condannati perché diversi dalla maggioranza

«Che tempo benedetto! Tante domande!», ha detto il Papa, aggiungendo: «La Chiesa diventa esperta in umanità quando cammina con l'umanità e porta nel suo cuore l'eco delle sue domande!»

Riconoscendo che non abbiamo risposte a tutte le domande, Papa Leone ha insistito: «Sperare non è sapere... Ma noi abbiamo Gesù. Noi seguiamo Gesù. E così speriamo in ciò che non vediamo ancora»

E così, ha detto, «andiamo avanti come esploratori nel nuovo mondo del Risorto». Il viaggio, ha concluso, non è solo per la Chiesa, ma per tutta l'umanità: un «viaggio di speranza»